Surrealist Art Zone by Pinina Podestà




" Un Monastero tra i monti " di Pinina Podestà ( olio su tela 60*60 anno 2005) ©
* il quadro liberamente ispirato al testo che segue *



Testo tratto da: (a cura di) Lucien Stryk e Takaschi Ikemoto, Poesie Zen, Grandi Tascabili Economici Newton, Roma 1992

- Introduzione
1.
L'età dell' Oro della Cina, l'epoca T'ang che comprende le dinastie Sung (618-1279 d.C.), iniziò poco dopo la caduta dell'impero Romano d'Oriente e durò ben oltre la prima Crociata. Essa fu una delle epoche più ricche nella storia dell'uomo, e le sue basi religiose, filosofiche e sociali si andarono via via formando nei secoli precedenti l'avvento della Cristianità; gli uomini che la vissero perfezionarono le loro arti nella certezza di dare significato a un qualcosa che fosse al di sopra di se stessi. Per i molti e grandi artisti del tempo, la poesia e la pittura erano " Vie "- due " Vie" fra le tante, ma particolarmente splendide - per il raggiungimento della " Verità "; e il seguire queste " Vie " rendeva possibile non solo una vita pienamente realizzata, ma pure una calma accettazione delle sue limitazioni. Essi vi intravedevano un processo del divenire, dove ogni minimo particolare in ogni momento dell'esistenza diviene partecipe dell'assoluto. Ciò significava che non si faceva alcuna distinzione tra i dettagli di un paesaggio - rupi, pendii, estuari, cascate- conformati secondo le emozioni dell'artista. Primi piani, sfondi: ogni cosa era parte di questo processo, sia in poesia che in pittura, e lo spirito si rivelava tra le cose di questo mondo.

.........Sul pendio roccioso, prugni
...........In fiore - da dove provengono?
...........Come li vide, Reiun
...........Danzò lungo tutto il tragitto per Sandai.

.. Le visioni dell'artista avevano intenti rivelatori; il dipinto, la poesia servivano a mettere gli uomini in contatto con l'assoluto. Si giudicavano le opere d'arte principalmente sulla base di tale concetto: alcune potevano deliziare i sensi, altre esaltare lo spirito, il cui ruolo era considerato supremo; e gli artisti più eccelsi stimavano la capacità dello spirito di rivelarsi nelle loro opere sotto forme diverse. Per secoli l'Ovest ha identificato il principio estetico che guida quest'arte nella definizione " Il Meno è il Più ", confortando questo giudizio con vari aneddoti.
...Uno riguarda una gara di pittura effettuata verso la fine della dinastia T'ang, epoca molto ricca di tali eventi e in cui molti competitori dotati erano consapevoli di ciò che poteva significare il successo, essendo cresciuti in una meritocrazia intellettuale e artistica. Posti sotto il giudizio di maestri pittori scelti con molta cura, ad ognuno fu dato un tema da svolgere; quello che si riferisce al nostro aneddoto era " Famoso Monastero tra i Monti ". Ai partecipanti fu concesso un bel pò di tempo per meditare prima di por mano ai pennelli. Ne uscirono più di mille vedute di monasteri in piena luce, in ombra, sotto gli alberi, ai piedi della montagna, sui declivi, sulle cime, vicino ad un corso d'acqua, tra le rocce; e ad ogni stagione. Montagne di ogni dimensione e forma, con la stessa ricchezza di variazioni di una carta topografica. Poichè era stato sottolineato che il monastero era " famoso" abbondavano i monaci, o al lavoro o in preghiera, di qualsiasi età o condizione. La gara fece nascere opere destinate ad essere ammirate nei secoli a venire. Ma ecco il quadro vincente: non vi compariva nessun monastero, soltanto un monaco sostava in meditazione, sopra un ponte di montagna avvolto dalla nebbia. Nulla di più. Evocando sempliemente un'atmosfera, il monaco sapeva che il suo monastero era tutt'intorno a lui, presente nella nebbia, più bello di quanto qualsiasi mano avrebbe potuto dipingere, L'artista doveva aver imparato dal Taoismo di Lao Tzu o dallo Zen di Hui-neng, che definire significa limitare. [...]



 

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